Rieccomi per la seconda volta a casa di Myrtilla per partecipare alla puntata n 7 di "Insieme raccontiamo".
Ci ho proprio preso gusto, lo ammetto!
Gli incipit di Patricia inizialmente mi intimoriscono ma, poi, scatta il delirio e scrivo senza pensare, di solito prima di addormentarmi e quando il giorno dopo rileggo mi stupisco perché non ricordo!!!
Le regole di questo gioco meraviglioso sono semplici:
Patricia scrive un incipit che va completato con un finale da 200/300 battute, un finale da 200/300 parole o anche entrambi e si possono allegare foto, musiche e video.
L'incipit di questa edizione è il seguente:
"Riguardò la foto. Che strano! Li ricordava felici. Ora erano tristi. No! Impauriti. Li vide spalancare gli occhi, terrore nel loro sguardo. Incredulità.
Poi caddero a terra.
Dietro a loro un'ombra nera. Un fantasma informe. Solo un ghigno diabolico dove ci doveva essere la bocca."
“Vengo da te” le disse.
e questo io mio finale:
"Cosa? "- rispose Anna, stordita, come se quella voce,
assieme alle foto, avesse fatto cadere anche lei, giù da una nuvola di pensieri
e angosce - "sarò da te Lunedì e mi trattengo fino a Mercoledì; ho
udienza e non val la pena stancare col viaggio le mie membra. Sempre che Lei
non faccia storie".
Era incredibile come un uomo dai colori così solari, anziché
sembrare angelico risultasse freddo e quasi diabolico. E come riuscisse ad
usare le parole come un pugnale gelido.
Lesta raccolse le foto finite fra i suoi piedi, a breve le scarpe
di ricca fattura le avrebbero calpestate.
Si sollevò lentamente, con lo sguardo
basso seguì i pantaloni color corda e la
camicia chiara; quasi giunta ai ben
curati baffetti biondi lui si allontanò con uno scatto stizzoso; gli piaceva sottrarsi allo sguardo quando non
era stato lui a concederle di ammirare la sua beltà.
Dove stava il potere che
la incatenava? Nell'eloquio lento e forbito? Nel suo delirio di considerarsi una
divinità apollinea? Nel privilegio di avere la sua attenzione? Lei, così
indipendente e risoluta, adesso affascinata ma, dimessa e timorosa.
Gli fece un
cenno di accettazione, lui la attraversò con il suo sguardo ceruleo: "il
treno freme sui binari aspettando di condurre il tuo dolce corpo alla paterna
dimora".
Nel silenzio misto ad angoscia si allontanarono dalla casetta in
collina, non le sembrava vero, ma si impose di restare ancora lucida perché la
paura non mollava; per un attimo immaginò il suo corpo martoriato sepolto in
quel giardino... Non l'avrebbero mai trovata...
Mantenne la calma ancora qualche minuto dopo essere salita sul
treno; alla chiusura delle porte crollò sul sedile. Col treno partì anche un
sms "non credo tornerò più ". Riprese le foto dallo zaino, ora i suoi
bambini sorridevano di nuovo.
Spero vi sia piaciuto! A presto!
Quell'ombra nera che compare in foto non è reale. E' una proiezione della psiche. Le mostra quel tipo così odioso...
RispondiEliminaBellissima trovata! Mi piace molto!
Bacio e grazie!
Veramente brava Palmaluda.
RispondiEliminaUn abbraccio e Buona Pasqua
Maria
Inquietante, ma bellissimo.
RispondiEliminaBrava, Maria!