Cosa troverete? E chi può dirlo?!

Cari visitatori, questo blog nasce per sfida e per gioco, sfida contro il tempo tiranno e per gioco con le amiche di Ispirazioni & co. La realtà è che non avendo molto tempo, molto poco posso dedicare a questa nuova esperienza; prevedo pochi e sintetici post ma spero che comunque vi faccia piacere passare da qui ogni tanto!

sabato 21 ottobre 2017

il mostro mirtillino

C’era una volta un bimbo abbastanza difficile che diceva no ad ogni domanda. 
A casa gridava sempre facendo arrabbiare la mamma, a scuola non ubbidiva alle maestre e non faceva mai le attività con gli altri bambini. 
 Nessuno sapeva se sapesse colorare, disegnare o semplicemente tenere la matita in mano,visto che nessuno poteva chiedergli di farlo senza che avesse un attacco d’ira. A soli 3 anni prometteva davvero male! 
La mamma, che a dire il vero si cullava della bontà e della facilità con cui aveva gestito la sorellina di appena 18 mesi più grande, non sapeva che fare! Inevitabilmente cominciò a sgridare, punire, sculacciare il bambino ma era un continuo crescendo, il piccolo era irremovibile, non cedeva neppure per attimo.
 Un giorno però lei si fermò a ragionare: se a gridate e a sculacciate non funziona ( d’altra parte che senso ha gridare “ non gridare!”) forse bisogna invertire la rotta! Spiegò il suo piano al papà e gli chiese di concentrarsi sulla gestione della sorellina maggiore, lasciando il piccolo alla mamma. Il primo week end che seguì, il papà e la sorellina uscirono a fare una lunga passeggiata; la mamma rimase con il bimbo. Lei si sedette sul divano ( e di faccende domestiche da fare ne aveva un’infinità ) e lo osservò. 
Lui giocava e di tanto in tanto le domandava qualcosa, lei rispondeva prontamente, giacché nessuna faccenda  la distraeva. Di tanto in tanto chiedeva al bambino: “mi dai un bacio?”; lui rispondeva felice, ma con un certo sospetto. 
Non era facile per la mamma fare ciò  perché aveva accumulato tanto “fastidio” per quel piccoletto ingestibile, pensava alla lavatrice, ai panni da stirare, il pranzo da preparare... ma restò ferma nel suo tentativo scientifico di invertire le cose. Le ritornavano le lezioni di psicologia relazionale e il concetto di profezia che si auto-avvera, sapeva quanto i bambini ci tengano ad assecondare i loro genitori e le loro aspettative... forse ( sicuro!) anche quelle negative. Avrebbe voluto alzarsi e fare qualcosa in casa ma si imponeva di non cedere, e chiedeva baci al bambino con la stessa modalità con cui si imponeva di bere acqua ! Quando il papà e la sorellina maggiore tornarono la mamma tornò alle faccende. 
Ripetè lo schema tante altre volte; la sera ad esempio, quando la sorellina si addormentava, la portava nel suo lettino e chiedeva al bimbo: “posso dormire con te nel tuo lettino?”.  Il bimbo restava perplesso ma annuiva. 
A poco a poco entrarono più in confidenza, la mamma gli dava un sacco di baci senza chiedere più il permesso e se gli chiedeva di fare qualcosa e lui rispondeva di no la mamma si avvicinava strizzando gli occhi e ripeteva “ mi hai detto di no??? Mi hai detto di no? E io ti solletico tutto!” E giù a solleticare fino a quando ridendo non diceva “ok lo faccio”... poi si allontanava ridendo dicendo “ ti ho detto una bugia e tanto non mi prendi!!!” .  
Non ci volle molto tempo, forse un mese o due, la mamma di innamoró come mai del suo bimbo e lui divenne più calmo; quando qualcosa  non gli stava bene in qualche modo lo esprimeva a parole e non a urla e pianto.
  Una sera in cui  tutti  erano  a letto e la mamma si apprestava a lasciare il divano e a raggiungerli, nel rimettere a posto il plaid sotto  vi trovó un foglio con un disegno e  rimase stupita.
 Pensó: “non è di certo opera della bimba più grande, tutt’altro stile, i tratti sono incerti e poi lì stava armeggiando il piccolo.”   Il sonno le svinì, e corse a prendere feltro e filo. Quel disegno non poteva  restare sul foglio!
 Un’oretta scarsa e il disegno prese “vita”. La mamma lo posò sul foglio e vi rimise sopra  il plaid. 
La mattina seguente, sperando che la domanda non rompesse  la magica armonia faticosamente creatasi chiede al bimbo: “ma ieri sera hai fatto un disegno ?” E lui: “ sì è un mostro gentile si chiama Mostro Mirtillino. Fa un pochino paura agli altri suoi amici però lui è buono, davvero.” Il piccolo si apprestò a  prendere il disegno e... tadààà! ! Trovò la “creazione” della mamma. 
Stupito la guardò e lei gli disse: “ ieri sera stavo per andare a letto ma ho visto questo bellissimo disegno e l’ho voluto “tirare fuori” dal foglio. A te scoccia che l’abbia fatto?”. 
La felicità invase gli occhi del bambino.
 Si sentì stimato!
 Con il senno di poi la mamma si domandò se quel signor Mirtillino, mostro gentile, non fosse solo un semplice disegno, ma una rappresentazione del Sè del bambino.... Ovviamente  lì per lì non aveva fatto tanta filosofia sul signor mirtillino, aveva solo visto il disegno di quel bimbo che fino ad allora, al massimo, tracciava linee e scarabocchi. Oggi il signor mirtillino dorme in un cassetto dell’armadio, ogni tanto il piccolo lo prende ci gioca un po’, fa mettere alla mamma un po’ di colonia di quando era piccolo e lo posa con grande cura. 
Sono passati quasi 2 anni da quando la mamma decise di gestire il piccolo ribelle a suon di baci e coccole. 
Il risultato ?
 Due settimane prima che cominciasse questo anno scolastico la mamma compró a ciascun bimbo un libro delle vacanze . In una settimana il bambino finì il suo e ne volle un altro! Non è il fattore penna, matita, scuola e così via ad essere fondamentale, perché ciascuno ha i suoi tempi e vanno rispettati, ma ciò che fa la vera differenza è che a poco a poco il bambino ha imparato a mettersi in gioco e a credere in se stesso.
 Sia chiaro, se perde ad un gioco o se qualcosa non gli riesce subito bene, comincia una lagna terribile ma, lagnarsi è  un progresso incommensurabile rispetto al pestare i piedi e battere i pugni ! 

Ed ecco a voi  il mostro Mirtillino: 

Con questo post partecipo alla raccolta ottobrina di Ispirazioni & Co. 



7 commenti:

  1. Che bel racconto! Storia di vita questa. A volte genitori e figli non si capiscono perchè troppo lontani. Siccome i bimbi son piccoli devono essere i grandi a fare il primo passo di avvicinamento

    RispondiElimina
  2. Che bel racconto! Storia di vita questa. A volte genitori e figli non si capiscono perchè troppo lontani. Siccome i bimbi son piccoli devono essere i grandi a fare il primo passo di avvicinamento

    RispondiElimina
  3. Bellissimo racconto! il mostro è delizioso!!!

    RispondiElimina
  4. Una storia molto bella. Ora il mostro mi piace ancora di più!
    Maris

    RispondiElimina
  5. Bellissima storia. Mi commuove.
    Bravissima Maria!
    Per tutto.

    RispondiElimina
  6. Ma che storia meravigliosa!! Anch'io mi sono commossa... chissà che mi serva da esempio, perché mi ci ritrovo in pieno con il mio Terremoto!!!
    Grazie per averla condivisa!
    A presto...
    CreAttivamente...Lulù

    RispondiElimina
  7. La storia di mirtillino mi ricorda qualcosa ;) è proprio vero quando dicono che il mestiere più difficile è il genitore, occorre tenacia e inventiva per ascoltare i propri bambini ma quando si trova la chiave giusta diventa tutto più facile, baci

    RispondiElimina

Grazie anticipatamente per i tuoi commenti :)