Giorni in cui mi basta un attimo per catapultarmi in una vita del passato e inventare pensieri non miei.
Accade, ad esempio, quando tocco un monumento molto antico, il muro di una costruzione storica, un albero secolare, uno scoglio...
Poggio le mani su di esso e ad un tratto vedo le mani stanche e gonfie di chi lo ho costruito, le mani fredde di chi vi si è appoggiato in cerca di sostegno, le mani tremanti di emozione di una fanciulla che ad esso veniva sospinta da un bacio d'amore appassionato...
Per ognuno di questi personaggi mi fermo a sentirne i pensieri, le emozioni, i sospiri... Le immagini, le storie prodotte si fissano agli oggetti sicchè a distanza di giorni o di anni rivedo loro e posso quasi riprendere i pensieri precedenti.
È accaduto anche oggi mentre cercavo di sbloccare la griffa di una vecchia macchina da cucire regalatami da un mio amico e appartenuta a non si sa chi, avendola lui ricevuta da un suo cliente.
In verità era successo già il primo giorno quando la scrutavo felice, sebbene fosse parecchio sporca e malconcia; notai che l'ago arrugginito aveva ancora il filo infilato, pure lui sporco di ruggine e provato dal tempo passato...
Chi era la signora che stava cucendo l'attimo prima che tutto si fermasse e arrivasse a me? Una anziana nonnina rimasta sola e che trovava nel cucito un valido passatempo? Una benestante signora dell'entroterra siciliano che cuciva Il corredo per le figlie prossime all'adolescenza? Una giovane vedova del secondo dopoguerra che, nottetempo, rattoppava gli abiti dei quattro figli ancora piccini ma che la necessità aveva reso già lavoratori ?
Perché aveva lasciato il filo infilato ? Aveva un lavoro da finire? Si era alzata con urgenza e poi non ha più continuato? Non ha più voluto o potuto? Si sarà rammaricata per quel lavoro da finire ? Ma k volto aveva ? Che età ? Queste e mille altre domande nella mia testa...
Oggi la rivedo seduta di schiena e mi domando se avrebbe apprezzato il mio impegno; se quando l'ha lasciata bloccata avrebbe immaginato che un'altra donna, come lei, la potesse sistemare o, se al tempo, maneggiare giraviti e olio fosse "cosa da uomo".
Mente mi domando queste cose sento la sua stanchezza e la sua tristezza, sento che si definisce il triste profilo e mi racconta dei lavori nei campi, con lei i due figli più grandi, tutti e tre retribuiti un terzo in meno del normale perché una è donna e gli altri due bambini; sento la sua costante preoccupazione e la preghiera affinché non si bruci con il fuoco "da tannùra" la figlia di 5 anni rimasta a casa a badare al fratellino di 2.
Fatto! Funziona!
Mi piace credere di averti aiutata almeno un pochino... Riprendi il tuo lavoro.
Ciao Nonna.
Ma che meraviglia di post!!!!
RispondiEliminaQuesta è poesia, Maria!!!!!
Adoro anch'io le cose antiche. Il mio sogno è di rifare casa mia, recuperando mobili ed oggetti antichi (ovviamente casa mia è parecchio moderna).
Mia nonna paterna aveva una macchina da cucire praticamente identica. Ma, quando è morta, è stata data via. Io, all'epoca, ero troppo piccola. Non voglio pensarci ..... un delitto .....
Grazie Fede, a me manca solo rovistare nei cassonetti ! E non potendo rendere la casa in paese come vorrei lo sto facendo nella mia minuscola è vecchissima casetta di campagna. Magari appena finita te la faccio vedere. Sapessi quante cose meravigliose sn sfuggite anche a me perché troppo piccola per farmi sentire! Ora ci tocca recuperare !!!!
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