Cosa troverete? E chi può dirlo?!

Cari visitatori, questo blog nasce per sfida e per gioco, sfida contro il tempo tiranno e per gioco con le amiche di Ispirazioni & co. La realtà è che non avendo molto tempo, molto poco posso dedicare a questa nuova esperienza; prevedo pochi e sintetici post ma spero che comunque vi faccia piacere passare da qui ogni tanto!

venerdì 22 gennaio 2016

Si fa presto a dire passione shabby chic!

Nel corso della mia passione per lo shabby, dettato da puro colpo di fulmine e senza alcuna conoscenza per le sue origini, mi è capitato di sentirmi un pó confusa. Vagando su internet mi sono ritrovata un calderone di informazioni che comprendevano riferimenti al country ( e io lì a pensare alla casa dei cugini Duke ) al provenzale, alle campagne inglesi e alle poltrone Luigi XVI! Insomma c'è di tutto!!!  

Ma possibile ? 

Prima di trasformare casa in un bazar, al grido "shabby chic for ever" , mi sembra opportuno lasciare un attimo da parte la passione e razionalizzare! 



La prima è più comune cosa che troviamo in rete sullo shabby chic è che si tratta di un termine coniato nel 1980 da Rachel Ashwell per indicare quel particolare stile in cui oggetti logorati dal tempo si inserivano in un contesto raffinato ed elegante. 

Ma chi è Rachel Ashwell? 

Rachel Ashwell è una interior designer nata il 30/10/1959  a Cambrige, Inghilterra. Nata e cresciuta fra pennelli e colori,figlia di una restauratrice di bambole antiche e di un rivenditore di libri rari usati, già da adolescente acquistava antichità nei mercatini londinesi. Nei primi anni '80  si trasferisce negli Stati Uniti e i  mercatini texani diventano la sua fonte di materiale e ispirazione. Le sue origini, l'amore per l'antiquariato e  il suo desiderio di dare una seconda vita agli oggetti, la portano a creare uno stile personale che è stato definito Shabby Chic.  Nel 2010, dopo 20 anni di attività, intraprende una nuova partnership commerciale per rivalutare il suo marchio e amplia un po' la sua linea commerciale per renderla appetibile ad una più ampia fetta di mercato. La potete trovare nel suo blog e nel suo shop online http://www.shabbychic.com/blog/




Capito chi è la mamma dello shabby chic  è più semplice comprendere cosa sia davvero e da dove derivino tante sfumature apparentemente lontane fra loro. 

Ora vediamo ancora più dettagliatamente  come inquadrare lo stile shabby chic. 

In linea di massima lo stile shabby richiama le case delle campagne inglesi dei primi del '900 quando, a causa della crisi economica nota come Great Depression, le abitazioni vennero lasciate sempre più decadere; chi vi viveva doveva farsi bastare ciò che aveva e con ciò che aveva doveva ingegnarsi e reinventare le cose per sopperire a ciò che non si poteva permettere di comprare. I mobili spesso erano di recupero, costruiti alla meno peggio con ciò che si riusciva a trovare e spesso pitturati con le vernici da parete (anche molto diluite per risparmiare) perché meno costose di quelle per il legno (ecco perché le vernici a gesso sono perfette per ricreare lo stile).

Detto ciò si capisce che il cuore dello shabby sta nel riciclo creativo, ma soprattutto nell'oggetto vissuto e con una sua storia da raccontare. Per mantenere fede a questo lato emotivo i mobili attualmente in vendita nei suoi shop vengono proposti nella formula "uno per tipo" affinché "diventino cimeli nelle case di chi li compra" (cit. http://www.shabbychic.com/blog/category/the-prairie/    

Quindi sì ai vecchi mobili della nonna e a quelli del rigattiere ( chissà quali storie e quali/quante vite sconosciute si sono avvicendate al loro cospetto ). I mobili in legno grezzo, trattati con le varie tecniche del caso, rappresentano un estremismo delll'interpretazione shabby, ammessi solo a patto che siano fatti/decorati  personalmente, o magari da un artigiano del luogo, per dare al pezzo un valore aggiunto unico e irripetibile. Altra storia, lontanissima da questo stile  è il mobile già bello e pronto dei vari negozi e catene  commerciali, senza storia e senza emozioni. 

Sebbene lo spirito di base dovrebbe restare il legame affettivo degli oggetti recuperati, e quindi una ovvia originalità storico-individuale, l'enorme diffusione dello stile ha creato, stanza per stanza,  dei cliché:

In cucina: scatole di latta di biscotti e simili. 




Nel bagnospecchiera con cornice importante su lavabo dalle linee semplici, ferro battuto per i portasciugamanie e ceramica per i complementi. 

Camera da letto: cassapanca ai piedi del letto, corredo della nonna in vista, coperte sovrapposte sul letto differenti per tessuto o trama ma uniti dalla nuance chiara. 

Foto:

Salotto: poltrona in stile Luigi XVI con chandeliere con gocce di cristallo 
 


Alla fine di questa mia ricerca di informazioni ho maturato alcune convinzioni:

1) mi piace LA FILOSOFIA shabby chic della Ashwell che vede l'arredamento come porta per un viaggio emotivo nel proprio passato.

2) ciò che in giro è spacciato per shabby chic non sempre lo è... Se tutto va bene al massimo è country inglese o provenzale. 

3) per capire cosa intenda la Ashwell veramente, al di là di ciò che la sua azienda vende adesso, bisogna fare un salto a casa sua... 






Sitografia per questo post (da cui ho tratto anche le foto se non è presente il link sotto): 





1 commento:

  1. Ciao. Prima di tutto ti ringrazio per essere passata a trovarmi sul blog, mi ha fatto davvero piacere! Le prime volte che ho visto, e letto, questo stile è stato su Dalani, mi è piaciuto tantissimo e così come hai fatto tu sono andata a cercare notizie sul web, qui hai riassunto tutto molto bene, lo Shabby Chic in purezza!! Complmenti
    A presto
    Maris

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Grazie anticipatamente per i tuoi commenti :)